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martedì 26 aprile 2011



Gli impianti di depurazione ci sono,
forse anche più di ogni altro posto in Italia, ma non funzionano.
Cuma, Foce dei Regi Lagni, Marcianise, Caivano e Acerra, se va bene sono a mezzo servizio.
E sulle rive vengono rilasciate acque mal depurate,
che fanno del litorale nord il più inquinato d’Italia.
Attualmente finiscono in un tratto costiero di circa 30 km abilitato alla balneazione,
500.000 mc di acque sporche e 300.000 kg di carichi inquinanti.
I dati epidemiologici non lasciano spazio a equivoci
e si registra un incremento dei casi di epatite e salmonella in maniera esponenziale.
Le bombe ecologiche sono tre:

il litorale domitio, la costa orientale di Napoli e la foce del Sarno.

La costa del capoluogo soffoca anch’essa di veleni.

26 chilometri contaminati, da Napoli Est a Castellammare di Stabia.
Un milione di cittadini e un solo depuratore,
quello di San Giovanni a Teduccio, che non è a norma.
Quello di Napoli Est funziona ma è una difesa troppo debole
per una massa di liquami che arriva da una area urbana
priva di decente sistema fognario risalente all’epoca borbonica.... bontà loro.
La riconversione di Napoli Est e la rinascita di Bagnoli non saranno mai un´opera possibile, finché non si salva la costa.
E' impossibile pensare a porti turistici e insediamenti alberghieri
dinanzi ad un mare inaccessibile......



R.Acone

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